SAN PIO E IL DEMONIO

 Nelle tempeste Padre Pio non si smarrisce più, né vi sono pericoli e trabocchetti per eventuali cadute. Egli ormai domina Satana e gioiosamente accetta il piano che Dio ha stabilito su di lui: “Le insidie del demonio seguitano sempre ad affliggermi l’animo… non sento più quelle tante difficoltà che sentivo una volta nel rassegnarmi e divini voleri. Anzi respingo le calunniose insidie del tentatore con una facilità tale, da non sentire più né gioia ne stanchezza”.L’angelo custode, che svolge una parte di spicco nella vita di padre Pio, appare più di una volta a colloquio con lui in questi periodi di lotta burrascosa per superare le tentazioni di Satana. Padre Pio usava dire che il diavolo è una creatura cattiva, malvagia, perfida costituzionalmente, ma resta sempre un angelo, decaduto sì ma dotato di una intelligenza superiore a quella degli uomini, anche se pervertita. Ebbe modo di sperimentare una tale intelligenza, subdolamente sottile. E la sperimentó in modo tutto particolarecome racconta Padre Pio a padre Tarcisio da Cervinara. Satana un giorno si è confessato da Padre Pio.  “Una mattina mentre stavo confessando gli uomini mi si presenta un signore alto, snello, vestito con una certa raffinatezza e dai modi garbati, gentili. Inginocchiatosi questo sconosciuto incomincia a palesare i suoi peccati che erano di ogni genere contro Dio, contro il prossimo, contro la morale: tutti aberranti. Mi colpì una cosa.Per tutte le accuse, anche dopo la mia riprensione, fatta adducendo come prova la parola di Dio, il magistero della Chiesa, la morale dei santi, questo enigmatico penitente controbatteva le mie parole giustificando, con estrema abilità e con ricercatissimo garbo, ogni genere di peccato, svuotandolo di qualsiasi malizia e cercando allo stesso tempo di rendere normali, naturali, umanamente indifferenti tutti gli atti peccaminosi. E questo non solo per i peccati che erano raccapriccianti contro Dio, Gesù, la Madonna, i Santi, che indicava con perifrasi irriverenti senza mai nominarli, ma anche per i peccati che erano moralmente tanto sporchi e rozzi da toccare il fondo della più stomachevole cloaca.Le risposte, che questo enigmatico penitente dava di volta in volta alle mie argomentazioni, con abile sottigliezza e con ovattata malizia, mi impressionavano poi domandadomi tra me e me:"Da che mondo viene?" Chi sarà mai?”. E cercavo di fissarlo bene in volto per leggere eventualmente qualcosa tra le pieghe del suo viso; e allo stesso tempo aguzzavo le orecchie a ogni sua parola in modo che nessuna di esse mi sfuggisse per soppesarle in tutta la loro portata.A un certo momento, per una luce interiore vivida e fulgida percepii chiaramente chi era colui che mi stava dinanzi. E con tono deciso e imperioso gli dissi:”Di’ viva Gesù, viva Maria”. Appena pronunziati questi soavissimi e potentissimi nomi, satana sparisce all’istante in un guizzo di fuoco, lasciando dietro a sé un insopportabile irrespirabile fetore”.

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