"Nessun uomo comprende pienamente il peccato se non quando lo vede alla luce del Volto di Cristo"

"Nessun uomo comprende pienamente il peccato se non quando lo vede alla luce del Volto di Cristo"

NON È SOLTANTO LO SGUARDO DI CRISTO CHE PORTA AL PENTIMENTO MA ANCHE LA NOSTRA REAZIONE

Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro. (Lc 22, 61). 

Può anche darsi che Gesù Cristo abbia udito Pietro alzare la voce, a Lui ben nota, per imprecare e giurare ai presenti di non conoscere Gesù di Nazareth. Nostro Signore non gli rinfacciò: «Te lo avevo detto!». 

Nessuna parola di bruciante condanna uscì dalle sue labbra. Ebbe appena uno sguardo, un unico sguardo di amore ferito. Tale è la misericordia di Nostro Signore quando Gli siamo infedeli e sleali! Egli cerca di riconquistarci con privilegi maggiori e misericordia moltiplicata! Non sono soltanto i febbricitanti, i paralitici, i lebbrosi a conoscere il tenero sguardo del Figlio Incarnato, ma sono, soprattutto, i Sacerdoti e i peccatori. 

Non è soltanto lo sguardo di Cristo che porta al pentimento, ma anche la nostra reazione. Il sole che splende, irradiando tanto calore, scioglie la cera, ma indurisce il fango. Al richiamo della Misericordia Divina, il peccatore può indurirsi per l’inferno o ammorbidirsi per il Cielo.

Non fu Pietro che pensò di girarsi, ma il Signore. Pietro, essendo colpevole, preferiva guardare da qualsiasi altra parte, ma il Signore lo guardò. È questo il punto essenziale che tutti i seguaci di Cristo devono tenere presente quando cadono in peccato: è il Signore che si volta per primo. Nessun uomo comprende pienamente il peccato se non quando lo vede alla luce del Volto di Cristo. Può essere mortificato per essersi comportato da stupido, ma proverà dolore soltanto nel vedere il beneamato Crocifisso. 

L’uomo che dice: «Sono stato uno stupido», invece di dire: «Signore, abbi pietà di me che sono peccatore», è ancora molto lontano dalla rinascita. Quale lezione di tenerezza ci rivela il rifiuto di Nostro Signore di detestare Pietro! In un momento simile, quando si sta vacillando come un funambolo sulla corda, un sospiro o uno sguardo possono essere decisivi. Possono segnare l’inizio del ritorno a Dio, anziché un tuffo nell’abisso del male.

(Fulton J. Sheen, da "Il Sacerdote non si appartiene" edizioni Fede e Cultura)

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