LA PIAGA DELLA MORMORAZIONE
Sia dato il bando alla mormorazione, alla maldicenza, alle dissensioni, e alle divisioni nella Chiesa!
"La grande piaga della mormorazione su tutto ciò che in un modo o in un altro fanno i Superiori, arresta spesso tutta la circolazione della vita soprannaturale in una Diocesi"
Non si riformano i costumi con le ribellioni, ma con la vita di abnegazione, di preghiera e di apostolato, in piena ed umile dipendenza dalla legittima Autorità della Chiesa, come fecero S. Domenico, S. Francesco d'Assisi, e tanti altri Santi, splendore e gloria della Chiesa di Dio. Molti si lamentano che il mondo sia cattivo, dice S. Agostino, eppure se questi molti si migliorassero, il mondo sarebbe più buono. (...)
Le controversie e i dissensi rovinosi sono fenomeni violenti di purificazione nella Chiesa, che la liberano dagl'ingombri della sua vita; ma le contese latenti e dissimulate, che rimangono in lei come un eczema purulento, sono più comuni di quello che si creda. La grande piaga della mormorazione su tutto ciò che in un modo o in un altro fanno i Superiori, arresta spesso tutta la circolazione della vita soprannaturale in una Diocesi, in una Parrocchia, in una Comunità religiosa.
Il fenomeno delle dieci tribù dissidenti d'Israele si rinnova in piccolo dovunque c'è un'autorità, poichè tutti credono di poter riformare, e tutti si mostrano scontenti del regime al quale sottostanno. La prudenza dei capi sta nel non urtare soverchiamente la debolezza dei sudditi, ma il dovere strettissimo dei sudditi sta nel non presumere di dettare leggi all'autorità. Se c'è un disordine da riparare se ne parla ai Superiori con rispetto, come a rappresentanti di Dio, se non ascoltano le nostre suppliche, si ricorre alla preghiera, si volge lo sguardo sul proprio cuore, si migliora la propria vita, pensando che noi abbiamo la nostra parte di responsabilità in quello che avviene d'increscioso nel governo dei Superiori.
A che cosa serve il mormorare se non a rendere peggiori le situazioni? A che cosa servono gli ostruzionismi spirituali più o meno palliati, se non a paralizzare il bene ? Il Signore ci ha dato il mezzo per giungere là dove non può giungere la nostra attività; preghiamo ed umiliamoci, preghiamo e taciamo, affidando solo a Dio certe situazioni penose.
Alcune anime possono trovarsi nella dolorosa circostanza di essere oppresse innocentemente da un giogo aspro di avversità e di persecuzioni, da quelli stessi che rappresentano Dio. A volte persino i Santi hanno malmenato i Santi, come avvenne a S. Gerardo Maiella da parte di S. Alfonso M. De Liguori. In queste situazioni penosissime non rimane che tacere e pregare, riguardando la tribolazione come un dono speciale di Dio. Qualunque dichiarazione può peggiorare le disposizioni contrarie dell'avversario, e può determinare un male più grave.
Ricordiamoci che abbiamo un Padre Divino, una Mamma Celeste, e facciamo appello alla paternità di Dio ed alla maternità di Maria nelle nostre angustie. Quante grazie non si ottengono proprio perché non si fa appello alla paternità di Dio! È questa la chiave che apre il Cielo, è il fondamento della preghiera insegnataci da Gesù Cristo: "Padre nostro che sei nei Cieli". Quante volte, vedendo intorno a noi un disordine vero, desideriamo eliminarlo non avendone una precisa missione da Dio! Facciamo allora le nostre dichiarazioni, e come frutto ne abbiamo una guerra aspra che non ci dà pace. Lasciamo le responsabilità a chi le ha, e contentiamoci di pregare e sopratutto di migliorare noi stessi. Ogni passo fatto per nostra iniziativa personale produce una dissensione maggiore e ci cagiona spesso amarezze inenarrabili e sterili.
Sia dato dunque il bando alla mormorazione, alla maldicenza, alle dissensioni, alle divisioni. Non perdiamo il tempo a protestare con gli uomini, ma parliamo a Dio. Pensiamo che la sua Provvidenza dispone tutto per nostro maggior bene, e che si vincono più battaglie col silenzio della preghiera che con le ire e le maldicenze. Quando si sparano i grandi cannoni che tirano a cento chilometri di distanza, il colpo non è diretto al bersaglio ma al cielo; il proiettile, sparato in linea, affonda nel terreno e non colpisce, dall'alto invece compie una parabola e va a segno. Cadano dall'alto i nostri desideri di restaurazione e di riforma, vadano a Dio i nostri sospiri angosciosi, e da Lui ricadano in terra; così non si producono le inutili e disastrose dissensioni che gettano lo scompiglio nell'armonia delle singole istituzioni della Chiesa.
La mormorazione è acqua che straripa e trascina tutto in rovina, la preghiera è acqua che svapora nel cielo e che ricade dolcemente come pioggia salutare. La mormorazione è fuoco d'incendio che non riscalda ma consuma, la preghiera è calore di sole che scende dall'alto e disgela anche i monti agghiacciati. Siamo più fedeli alla preghiera in ogni necessità ed in ogni angustia della vita e saremo nella Chiesa elementi di pace, di fecondità e di ordine.
(Don Dolindo Ruotolo dal commento al libro 2 delle Cronache)
Fonte: https://perlamaggiorgloriadidio.wordpress.com/2022/04/01/sia-dato-il-bando-alla-mormorazione-alla-maldicenza-alle-dissensioni-e-alle-divisioni-nella-chiesa-la-grande-piaga-della-mormorazione-su-tutto-cio-che-in-un-modo-o-in-un-altro-fanno-i-superiori/
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