REIKI?... NO GRAZIE di Fratel Armando
Il Reiki viene spesso presentato come una neutrale pratica di terapia alternativa, che non contiene aspetti religiosi incompatibili con la fede cristiana. In alcuni ospedali italiani viene addirittura proposto come una forma di tecnica di rilassamento, con il finanziamento del sistema sanitario nazionale.
Il termine giapponese Reiki viene tradotto in italiano con “energia vitale universale”. Si dà per presupposto l’esistenza di un’energia che, attraverso dei riti iniziatici e l’utilizzo di alcune simboli magici e di determinate formule, l’uomo potrebbe utilizzare per guarire se stesso e gli altri, ma anche per risolvere situazioni problematiche della sua vita. Vi sono tre livelli, a pagamento, che promettono di ottenere dei poteri sempre più grandi. Risulta significativo anche il motto di questa disciplina: Io posso, io voglio, io ottengo.
Nel Reiki si propongono vari aspetti in contrasto con la fede cristiana. Si parla della reincarnazione, della possibilità di entrare in “contatto con gli angeli”, in una prospettiva di tipo spiritistico. Si cade in una mentalità magica, in cui ci si illude di poter piegare l’energia ai propri desideri e capricci.
Si propone anche antifurto cosmico. Dopo aver creato un campo di forza basta inserire in esso la macchina o la casa da difendere, pronunciare per un preciso numero di volte due simboli programmando il giorno il mese e l’anno fino a quando si vuole mantenere la programmazione. Infine ringraziare l’energia cosmica. In questo modo l’energia continuerà a lavorare fino al giorno voluto e l’energia colpirà l’anima dell’eventuale ladro provocando così l’allontanamento dal bene tutelato.
Il 25 marzo 2009 è uscito un documento a cura dei vescovi degli Stati Uniti. Nel testo si esprimono dei giudizi documentati e molto chiari in merito all’incompatibilità tra il Reiki e la fede cristiana. Ne riporto alcuni punti:
5. Sebbene i fautori del Reiki sembrano concordare sul fatto che Reiki non rappresenti propriamente una religione, ma una tecnica che potrebbe essere utilizzata da persone provenienti da molte tradizioni religiose, ha molti aspetti di una religione. Il Reiki è spesso descritto come un mezzo “spirituale” di guarigione rispetto alle comuni procedure mediche di guarigione che utilizzano mezzi fisici. Gran parte della letteratura sul Reiki è piena di riferimenti a Dio, alla Dea, al “potere di guarigione divina” e alla “mente divina”. La forza di energia vitale è descritta come diretta da Dio, la “Intelligenza più alta” o la “Coscienza Divina”. Allo stesso modo, le varie “iniziazioni” che il praticante di Reiki riceve da un Reiki Master sono realizzate mediante “cerimonie sacre” che implicano la manifestazione e la contemplazione di alcuni “simboli sacri” (che sono sempre state tenuti segrete da Reiki Master). Inoltre, Reiki è spesso descritto come un “modo di vivere”, con un elenco di cinque “precetti del Reiki” stabilendo una corretta condotta etica.
Nel documento si ribadisce che il Reiki non ha nessuna credibilità scientifica e non è stato accettato dalla comunità scientifica e medica come una terapia efficace. Nel testo inoltre si ribadisce che non si può identificare il reiki con la guarigione divina nota ai cristiani. Infatti nel Reiki il potere di guarire non viene invocato da Dio, ma è a disposizione dell’uomo. Non si tratta di una forma di preghiera, ma di una tecnica che una volta acquisita produrrà i risultati attesi.
Il documento prosegue:
Senza una giustificazione dalla fede cristiana o dalle scienze naturali, tuttavia, un cattolico, che pone la sua fiducia nel Reiki starebbe operando nell’ambito della superstizione, la terra di nessuno che non è né fede né scienza. La Superstizione corrompe l’unico culto a Dio ruotando attorno a un sentimentalismo religioso e indirizzando verso una falsa strada. Sebbene a volte le persone cadano nella superstizione per ignoranza, è responsabilità di tutti coloro che insegnano in nome della Chiesa l’eliminare tale ignoranza per quanto possibile.
Purtroppo talvolta anche dei presbiteri o dei religiosi propongono il Reiki come una terapia positiva e compatibile con la fede cristiana. Questo atteggiamento può creare confusione ed esporre le persone a dei pericoli di tipo spirituale, in quanto la prospettiva magica o il ricorso a energie non meglio definitive, può esporre al rischio di subire l’azione straordinaria del demonio. Spesso coloro che praticano Reiki si ritrovano poi a dover ricorrere ad un esorcista.
Visto che la terapia Reiki non è compatibile né con l’insegnamento cristiano né con le prove scientifiche, non sarebbe appropriato che istituzioni cattoliche, come istituti sanitari e centri di ritiri, o persone che rappresentano la Chiesa, come i cappellani cattolici, promuovano o forniscano la terapia Reiki.
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