RIFLESSIONE SUL VANGELO DI OGGI
RIFLESSIONE SUL VANGELO DOMENICALE (Luca 1,39-41)
La quarta domenica di Avvento ci apre alla grazia del Natale imminente. Il profeta Michea pone l’accento su Betlemme, piccola ma patria di re: è la città di Davide e il luogo in cui nascerà il Salvatore. Il momento in cui Maria partorirà cambierà la storia e porterà la pace nel mondo, perché il Figlio stesso sarà la Pace. Il salmista invoca il Signore perché si faccia vedere, e la lettera agli Ebrei dichiara esaudita questa preghiera, ricordando che la salvezza passa per il corpo e il sangue di Cristo, per il mistero grande della sua incarnazione. Il nostro Dio si è fatto vicino nel Figlio, e le profezie si compiono per la via di una donna, la tutta bella, capace di pronunciare un sì assoluto, di servire il Signore e di realizzare totalmente, come il suo Figlio divino, la volontà del Padre per il bene del mondo.
Maria ha appena accolto l’annuncio dell’angelo e sa che Dio ha cercato il suo consenso e la sua collaborazione. Ha appreso che Elisabetta, sua parente, pur essendo sterile e avanti negli anni è incinta di sei mesi. Alla luce di questa notizia, Maria percorre il cammino d’Avvento: lei è la prima discepola e la prima apostola del suo Figlio. Nel Vangelo sono riepilogate, attraverso la figura, le tappe della preparazione che insieme a Luca abbiamo fatto verso il Natale: lungi dall’inorgoglirsi, ma fortificata da quanto ha ricevuto, Maria si alza (I domenica) e in fretta percorre tutta la regione, portando con sé, nel suo grembo, la Parola vivente di Dio (II domenica). Si reca verso i monti, dove, come ammonisce il Battista, c’è bisogno di impegno per superare la fatica e ritrovare l’unità, ed entra nella casa di una famiglia che aveva sperimentato nella propria storia la delusione per promesse che tardavano a realizzarsi.In questa famiglia, nella casa di Zaccaria, Maria porta la Parola, porta Cristo Signore. E prorompe la gioia (III domenica): esulta Elisabetta, salta nel suo grembo il precursore Giovanni, percependo la presenza di Gesù e di sua Madre. È effuso lo Spirito Santo, che suggerisce: «Beata colei che ha creduto nel compimento di quanto le è stato detto dal Signore».
La vera grandezza di Maria non è nell’aver concepito e dato alla luce Gesù, ma nell’aver creduto alla Parola potente di Dio, sì da fare in modo che Essa si compisse in lei e diventasse la Vita stessa: lo dirà anche Gesù, quando dichiarerà beati coloro che ascoltano la sua Parola e chiamerà proprio costoro suoi fratelli, sorelle e madre. In chi crede in Lui si ripete il mistero del Natale, perché la Fede nella Parola di Cristo fa perseverare nella speranza oltre ogni umana possibilità. Così si rinnova la vita vera, che non ha fine. Così, ogni giorno e in ogni uomo, Cristo, la Parola, rinasce.
E noi, in questo tempo travagliato, siamo credibili fratelli, sorelle, madre del Salvatore? Sappiamo generare il Natale credendo fermamente alla Parola della salvezza? Si vede in noi questa fede, come si vedeva in Maria e nel Battista? Suscitiamo la gioia che viene dall’annuncio di Cristo? Se vogliamo vivere il Natale, generando vita nuova nella notte della storia, dobbiamo stare alla scuola di Maria: è lei, solo lei che ci insegna come si porta Gesù, nella certezza che Egli vive in noi, nell’umiltà quotidiana della nostra vita.
Commenti